I beni caduti in successione subiscono una tassazione che dipende sia dal grado di parentela fra il defunto e gli eredi sia dal tipo di bene ereditato. Il prelievo fiscale sull’eredità può essere anche molto pesante per questo è utile conoscere quali sono le regole e le agevolazioni previste.

Come funziona l’imposta di successione?

Le aliquote dell’imposta di successione vanno a colpire non l’intero valore dei beni ereditati, ma solo la parte di valore dei beni ereditati che eccede la franchigia prevista. Quindi è importantissimo che tu conosca quali sono le aliquote e le franchigie dell’imposta di successione.

Le aliquote

Attualmente le aliquote dell’imposta di successione sono:

  • 4% per gli eredi in linea retta (figli, nipoti, genitori) e per il coniuge.
  • 6% se gli eredi sono i fratelli o i figli dei fratelli del defunto e comunque i parenti entro il quarto grado e affini entro il terzo grado.
  • 8% per i parenti oltre il quarto grado e gli estranei.

Le franchiglie

Le franchigie invece sono le seguenti:

  • 1 milione di euro di valore dei beni ereditati da ciascun erede che ricade nel caso a) del precedente elenco
  • 100 mila euro di valore dei beni ereditati da ciascun fratello del defunto (la franchigia non si estende ai figli del fratello)

Esistono anche delle esenzioni per alcuni beni particolari quali i titoli di stato (Bot, Cct, Ctz, Btp) e le polizze assicurative sulla vita.

Nel caso in cui lo stesso bene sia oggetto di successioni vicine nel tempo esistono delle riduzioni di imposta.

Se il valore dell’asse ereditario supera le franchigie spettanti, tale eccedenza deve essere maggiorata del 10% prima di applicare le aliquote per il calcolo dell’imposta di successione. Questa maggiorazione è dovuta alla presunzione legale di presenza di beni mobili e gioielli. Si può evitare questa maggiorazione effettuando un inventario alla presenza di un perito e di un notaio. È conveniente procedere ad un inventario solamente se il valore dei beni mobili è di gran lunga inferiore al 10% dell’eccedenza dell’asse ereditario rispetto alle franchigie.

Beni immobili

Molto spesso nell’eredità sono compresi beni immobili sui quali gravano anche le imposte ipotecarie e catastali. Queste imposte sono pari, in totale, al 3% del valore degli immobili ereditati.

Dobbiamo quindi soffermarci su alcune importanti norme che regolano la valutazione dei beni immobili caduti in successione e la possibilità di usufruire dell’agevolazione “prima casa” anche in caso di successione. Tale agevolazione permette di pagare le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa (400 euro totali) anziché in maniera proporzionale al valore dell’immobile. L’agevolazione prima casa comporta anche una riduzione del valore imponibile dell’immobile. Importante è ricordare che è sufficiente che uno solo degli eredi richieda l’agevolazione affinché questa si applichi al valore dell’intero immobile.

Le norme fiscali sulla valutazione degli immobili ereditati prevedono:

  • Una valutazione al valore catastale, pertanto non accertabile dall’Agenzia delle Entrate, per tutti gli immobili iscritti al NCEU con attribuzione di rendita catastale e per i terreni non edificabili.
  • Una valutazione al valore commerciale, pertanto accertabile dall’Agenzia delle Entrate, per i terreni edificabili e per altri immobili quali i fabbricati rurali o comunque privi di rendita catastale.

Esempi

Possiamo fare alcuni esempi che aiutano a capire i meccanismi sopra descritti. Prendiamo come ipotesi che il defunto lasci in eredità un conto corrente bancario con un saldo di 1 milione di euro e una villetta con rendita catastale 2000 euro. Vediamo quindi la diversa tassazione in base agli eredi:

  • Unico erede è il coniuge che supponiamo abbia diritto alle agevolazioni “prima casa”. La valutazione catastale dell’immobile è di 231 mila euro (calcolato sulla base della rendita) poiché si tratta di prima casa. Il valore imponibile del patrimonio è dunque pari a 1.231.000 euro, la franchigia spettante è pari a 1 milione di euro e dunque l’erede pagherà il 4% su un valore pari alla differenza fra valore totale e franchigia che deve essere maggiorato del 10%. Le imposte ipotecarie e catastali sono fisse nella misura di euro 200+200 grazie alle agevolazioni prima casa.
  • Gli eredi sono i due figli del defunto. La franchigia è pari a 2 milioni di euro quindi non c’è imposta di successione. Gli eredi devono però pagare le imposte ipotecarie e catastali. Se nessuno di loro ha diritto all’agevolazione “prima casa” allora ammonteranno al 3% del valore catastale dell’immobile che è pari a 252 mila euro (calcolato sempre sulla base della rendita, è maggiore rispetto a quello di prima perché il calcolo cambia a seconda che sia applicata o meno l’agevolazione prima casa).

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Lorenzo Stagno