Da quando è stata introdotta la possibilità di vendere i crediti fiscali derivanti da interventi di ristrutturazione, i principali acquirenti di questi crediti sono stati le banche e Poste Italiane. Siamo però arrivati a una situazione in cui le banche non accettano più pratiche di cessione perchè hanno esaurito il proprio plafond fiscale. Dobbiamo quindi chiederci se ci siano delle alternative alle banche e capire se siano convenienti.

Solitamente, come committenti dei lavori, si è avuta la scelta fra lo sconto in fattura dell'impresa e la cessione del credito a una banca (articolo dedicato). Adesso però entrambe le strade sono difficilmente percorribili. Le imprese che concedono sconti in fattura sono praticamente scomparse: la maggior parte rivendeva i crediti fiscali alle banche e adesso non ci riescono più! Per quanto riguarda la cessione del credito alle banche o si è riusciti a firmare un contratto di cessione già da tempo oppure è quasi impossibile trovare una banca disposta ad acquistare i crediti. 

Esistono delle alternative?

L'alternativa più semplice è utilizzare la detrazione come sconto dalle proprie tasse. Questa scelta però è difficilmente percorribile per chi ha in corso lavori al 110% perchè la detrazione è elevata e va usata in 4 rate annuali di pari importo: bisogna avere molte tasse da pagare per non perdere parte dello sconto fiscale! Altro problema è quello di finanziare i lavori: molti hanno iniziato i lavori avendo a disposizione solo il 40% o addirittura il 30% dell'importo complessivo perchè erano convinti di procedere alla cessione a SAL. 

Se però hai abbastanza soldi per pagare l'intero intervento e abbastanza tasse da pagare, devi seriamente pensare alla possibilità di utilizzare la detrazione in dichiarazione dei redditi. 

La seconda alternativa è quella di vendere questo credito a un soggetto diverso dalle banche. Questa possibilità ha sicuramente vantaggi e svantaggi. Cerco di riassumerteli brevemente. I vantaggi sono:

  • velocità nel rientro dei soldi: non c'è una piattaforma gestita da una società di consulenza che controlla la documentazione e ha moltissime pratiche da gestire. Quindi i tempi di rientro dei capitali investiti nei lavori si riducono notevolmente. 
  • rapporto quasi diretto con l'acquirente: si possono gestire i casi più particolari senza la rigidità tipica delle banche e delle loro piattaforme perchè il rapporto è solitamente gestito dai Commercialisti che seguono rispettivamente il cedente e l'acquirente del credito.

Gli svantaggi sono:

  • un prezzo di acquisto inferiore a quello offerto dalle banche: in questo momento, le banche ancora operative pagano circa 99 euro ogni 110 euro di credito. Le aziende che comprano questi crediti invece li acquistano a un prezzo che oscilla solitamente fra i 90 e i 95 euro ogni 110 euro di credito fiscale. 
  • l'aver a che fare con un soggetto che non si conosce del tutto: per quanto si firmi un contratto con l'acquirente, è necessario fidarsi di quest'ultimo. Per questo è meglio vendere ad aziende che si conoscono direttamente o che sono seguite da professionisti di cui ci si fida. 

Se in questo momento hai dei lavori al 110% in corso e non sei riuscito a trovare una banca, ti consiglio caldamente di provare a contattare i tuoi amici/conoscenti che hanno un'impresa perchè potrebbe essere un'ottima occasione anche per loro. In un prossimo articolo cercherò di spiegare quanto è conveniente per un'azienda comprare questi crediti fiscali.

Se vuoi approfondire il tema o hai bisogno di una consulenza per partire con il piede giusto nel mondo dei bonus fiscali non esitare a contattarmi!

Lorenzo Stagno