Buongiorno a tutti, 

Poste Italiane ha iniziato ad inviare comunicazioni a diversi soggetti che le hanno venduto crediti fiscali da Superbonus o altri bonus fiscali negli anni dal 2020 al 2022. Sono gli anni in cui si potevano cedere i crediti a Poste senza allegare documenti, infatti le lettere di Poste chiedono l'invio, entro 30 giorni, dei documenti qui di seguito elencati e che sono quelli necessari per limitare la responsabilità solidale dell'acquirente elencati espressamente dal DL 11/2023:

  • titolo edilizio abilitativo degli interventi oppure dichiarazione che tale titolo non era necessario
  • notifica preliminare inviata all'azienda sanitaria locale
  • visura catastale ante operam oppure visura catastale storica
  • fatture, bonifici e altri documenti che dimostrino il sostenimento delle spese
  • asseverazioni con ricevuta di presentazione quando obbligatorie per legge
  • delibera condominiale e tabella millesimale (ovviamente solo per interventi sui condomini)
  • per gli interventi di ecobonus: legge 10, ape e certificazioni dei produttori dei beni installati
  • visto di conformità
  • autocertificazione di rispetto degli obblighi antiriciclaggio
  • contratto di appalto
  • per gli interventi di sismabonus: allegato B, allegato B1 e allegato B2.

Si presume, ma non siamo sicuri, che le Poste si siano mosse sollecitate dall'Agenzia Entrate.

POSSIBILI PROBLEMI:

  • SUPERBONUS: nei casi di superbonus 110% i documenti dovrebbero essere già stati raccolti dal professionista che ha apposto il visto di conformità;
  • BONUS MINORI: perlomeno sino al 12 novembre 2021, ante Decreto Antifrode, molti documenti NON erano obbligatori e quindi non sono stati redatti. Basti pensare all'asseverazione di congruità prezzi e al visto di conformità. Poste li vorrà comunque?

Cosa succede se non si inviano i documenti?
Il rischio che intravediamo, se non si inviano i documenti, è che Poste si rivalga sul cliente nel caso in cui l'Agenzia delle Entrate gli vietasse di utilizzare in compensazione i crediti acquistati. In parole povere, il rischio è che Poste, per vie legali, chieda la restituzione di quanto pagato ai clienti in virtù dei contratti di cessione del credito stipulati per le pratiche ritenute "sbagliate" da parte dell'amministrazione finanziaria.
Insomma: conviene sicuramente adempiere alla richiesta di Poste.

Per ora non riusciamo a dire altro. Attendiamo l'evoluzione della materia.

Cordiali saluti

Lorenzo e Paolo