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Lorenzo StagnoDottore Commercialista
Giovane e professionale, rapido nel suo lavoro, si è diplomato con lode al prestigioso master in diritto tributario dell'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.
Assegnazione agevolata dei beni ai soci
La legge di bilancio per il 2023 ha introdotto (articolo 1, commi da 100 a 105) una norma che prevede la possibilità per le società italiane di assegnare i beni patrimonio ai propri soci con un'imposizione fiscale molto limitata. In quest'articolo analizziamo il funzionamento di questa assegnazione agevolata.
Quando un socio vuole "prendere" un bene che sia di proprietà della società ha davanti a sè solo due alternative: acquistare il bene dalla società (come se fosse un soggetto del tutto estraneo alla società) o farsi assegnare il bene (per esempio a causa di una riduzione di capitale). In entrambi i casi il prelievo fiscale subito dalla società sarebbe elevato.
Periodicamente il Legislatore introduce però delle norme che servono proprio ad agevolare questo tipo di operazioni. L'ultima di queste norme in ordine temporale è contenuta nella Legge di bilancio per il 2023. Vediamo quindi come funziona.
Le operazioni ammesse
La legge di bilancio cita tre tipologie di operazioni ammesse a questa agevolazione fiscale:
- cessione dei beni ai soci
- assegnazione dei beni ai soci
- trasformazione delle società di gestione di patrimonio immobiliare in società semplici
I beni ammessi
Il comma 100 dell'art.1 della Legge di bilancio elenca i beni che possono essere oggetto dell'agevolazione fiscale:
- beni immobili diversi da quelli strumentali per l'attività della società
- beni mobili diversi da quelli strumentali per l'attività della società
E' quindi fondamentale comprendere innanzitutto se il bene sia classificato come strumentale o meno. I beni non strumentali sono quelli patrimoniali (esempio classico: gli immobili abitativi) e i beni merce (cioè quelli alla cui produzione e scambio è diretta l'attività di impresa).
I beni per i quali verrà probabilmente utilizzata l'agevolazione saranno per lo più gli immobili abitativi. Molte società a gestione familiare hanno infatti degli immobili abitativi nel loro patrimonio e ciò non è efficiente nè fiscalmente nè dal punto di vista della protezione del patrimonio.
I soci
L'agevolazione riguarda l'assegnazione o la cessione dei beni ai soci. La legge pone però dei limiti per fare sì che non ci siano cambiamenti nella compagine sociale volti a fare in modo che un soggetto del tutto estraneo alla società possa beneficiare di questa riduzione del carico fiscale.
Per questo motivo è stato previsto che:
- tutti i soci devono essere iscritti a libro soci entro il 30.09.2022
- tutti i soci devono essere iscritti a libro soci entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di bilancio a patto che il trasferimento della qualità di socio sia avvenuto prima del 01.10.2022 (deve esserci data certa di questo trasferimento di quote sociali)
L'agevolazione fiscale
L'agevolazione consiste nell'applicare un'imposta sostitutiva invece dell'Irpef/Ires e dell'Irap che sarebbero dovute dalla società. Questa imposta è pari all'8% (aumenta fino al 10,5% in caso di società di comodo). Tale aliquota si applica alla differenza fra il valore di cessione/assegnazione del bene e il costo fiscalmente riconosciuto del bene.
Se al bene sono collegate delle riserve in sospensione di imposta, bisogna pagare un'imposta del 13% per liberare tali riserve.
Il valore del bene
Il valore di assegnazione/cessione è il valore normale cioè il valore che tale bene ha nel libero mercato. Non è sempre semplice definire quale sia il valore di mercato di un bene, per questo la legge prevede espressamente che si possa fare riferimento alle rendite catastali per calcolare il valore di assegnazione/cessione.
Il valore catastale dell'immobile è calcolato come: rendita catastale x 1,05 x coefficiente
I coefficienti da utilizzare variano a seconda della categoria catastale dei beni:
- immobili abitativi (categoria A tranne A/10) e di categoria C (tranne i negozi: C/1): 120
- immobili di categoria B: 140
- immobili adibiti ad uffici (A/10) e di categoria D: 60
- immobili C/1: 40,8
In caso di cessione del bene al socio, se l'operazione avviene ad un valore inferiore sia al valore in commercio che al valore catastale, l'imposta deve essere calcolata comunque o sul valore in commercio o sul valore catastale.
Imposte in capo ai soci
I soci non devono pagare imposte sui redditi per l'assegnazione del bene. Hanno però una conseguenza negativa: il costo fiscalmente riconosciuto della loro partecipazione viene ridotto di un importo pari al valore del bene assegnato.
Imposta di registro
Per assegnare o cedere il bene ai soci è necessario un atto notarile soggetto a registrazione. La legge di bilancio ha previsto un'agevolazione anche per quanto riguarda l'imposta di registro che, se dovuta in misura proporzionale al valore del bene, è ridotta alla metà.
Le imposte ipotecarie e catastali sono dovute in misura fissa: 200 euro per l'ipotecaria e altrettanti per la catastale.
Il versamento dell'imposta sostitutiva
L'imposta sostitutiva deve essere pagata seguendo questa modalità:
- 60% dell'imposta dovuta entro il 30.09.2023
- saldo entro il 30.11.2023
La rivalutazione dei beni d'impresa introdotta dal dl 104/2020
E' utile ricordare che per i beni che sono stati oggetto di rivalutazione ai sensi dell'art.110 del d.l. 104/2020, il comma 5 della citata disposizione di legge prevede che il costo rivalutato non possa essere utilizzato ai fini di cessione o assegnazione del bene ai soci avvenuta prima dell'inizio del quarto anno successivo a quello nel cui bilancio è stata annotata la rivalutazione.
La rivalutazione è stata eseguita con riferimento ai bilanci 2020 pertanto non è possibile utilizzare tale rivalutazione ai fini dell'agevolazione fiscale introdotta dalle legge di bilancio 2023 per l'assegnazione dei beni ai soci.
Se vuoi approfondire il tema o hai bisogno di una consulenza sull'assegnazione agevolata dei beni non esitare a contattarmi!
Lorenzo Stagno