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Lorenzo StagnoDottore Commercialista
Giovane e professionale, rapido nel suo lavoro, si è diplomato con lode al prestigioso master in diritto tributario dell'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.
Caduta del governo Draghi: cosa succederà al Superbonus?
Il premier Mario Draghi ha confermato le sue dimissioni e il presidente Mattarella ha ufficialmente sciolto le Camere. La domanda che tutti si stanno facendo in questi giorni è cosa ne sarà del Superbonus e del meccanismi di cessione del credito. Nessuno ha la sfera di cristallo e pertanto possiamo solo fare dei ragionamenti. L'unica certezza è che il Superbonus sarà uno dei temi al centro della campagna elettorale.
Tutti noi sappiamo che Draghi non è certo un entusiasta del 110% e del meccanismo della cessione dei crediti. Da quanto è diventato Presidente del Consiglio, infatti, sono stati approvati molti decreti che hanno modificato la disciplina del 110% e soprattutto delle cessioni dei crediti portanto alla situazione attuale: un blocco quasi completo dell'acquisto di crediti fiscali da parte delle banche. Vorrei essere smentito ma al momento non sono a conoscenza di banche che siano disponibili ad aprire nuove pratiche di cessione se non a soggetti con certe caratteristiche (clienti da tempo e/o con un determinato saldo sul conto corrente).
Molti hanno quindi esultato per la caduta del governo Draghi pensando che adesso la situazione possa cambiare in meglio. E' possibile che la situazione migliori però fra quanto tempo? Le elezioni si terranno il 25 settembre quindi fino a quella data non ci saranno cambiamenti legislativi e bisognerà vedere se il nuovo governo riuscirà ad intervenire e in che tempi. Non dimentichiamoci che il Superbonus sulle case unifamiliari ha il vincolo del raggiungimento del 30% dei lavori entro il 30 settembre!
Se davvero arriveranno novità positive per il 110%, arriveranno tra mesi. Dobbiamo quindi capire a che punto siamo in questo momento e se ci sono possibilità di miglioramento a prescindere dalle elezioni.
La grande speranza di tutti gli operatori coinvolti nel mondo dei bonus edilizi (tecnici, imprese, committenti) è che l'ormai famoso Decreto Aiuti, di recente convertito in legge, possa davvero sbloccare la situazione della cessione dei crediti fiscali. La grande novità prevista dal decreto aiuti è la possibilità da parte delle banche di rivendere i crediti fiscali acquistati (possibilità che era stata eliminata proprio dal governo Draghi e poi resuscitata con diversi interventi normativi). Le banche però non possono rivendere a chiunque questi crediti fiscali: possono rivenderli a tutti i loro clienti dotati di partita iva. Comunque un bel bacino di utenza e quasi sicuramente l'unico interessato ad acquistare questo tipo di crediti.
Con la definitiva conversione in legge del Decreto Aiuti, le banche hanno la certezza di poter vendere questi crediti (senza la conversione invece non c'era nessuna certezza) e quindi potranno accordarsi con i loro clienti partita iva. Questo potrebbe portare ad uno "svoutamento" del cassetto fiscale delle banche e quindi alla riapertura dell'acquisto di crediti dai committenti dei lavori e dalle imprese che hanno concesso lo sconto in fattura.
Cerchiamo però di comprendere bene quale sia la portata effettiva del Decreto Aiuti. La conversione in legge ha modificato la norma orginariamente contenuta nel decreto. Infatti la prima versione del Decreto Aiuti prevedeva che le banche potessero vendere i loro crediti solo a clienti professionali (quindi a soggetti dotati di certe caratteristiche dimensionali) mentre con la conversione in legge è stato prevista la possibilità di vendere a tutte le partite iva. Questo ha sicuramente allargato il bacino di potenziali acquirenti dei crediti acquistati dalle banche ma nella pratica non si sa quanto servirà. E' infatti difficile che una piccola attività acquisti dei crediti fiscali da una banca, saranno le grandi imprese a giocare il ruolo più importante. Questo sia per una questione di importi (le grandi imprese hanno più tasse da pagare con cui compensare i crediti e maggiore liquidità) sia per una questione di mentalità (le piccole imprese non si lanciano in operazioni che non conoscono a fondo).
In conclusione, possiamo affermare che siamo nelle mani delle banche! Se queste riusciranno a rivendere i crediti fiscali acquistati fino ad adesso potranno riprendere ad acquistare dai privati, dai condomini e dalle imprese che concedono lo sconto in fattura. Solo in questo modo il meccanismo della cessione potrà effettivamente ripartire. Bisogna però sperare che questo succeda velocemente soprattutto per sostenere chi sta eseguendo i lavori 110% su case unifamiliari.
Se vuoi approfondire il tema o hai bisogno di una consulenza per partire con il piede giusto nel mondo dei bonus fiscali non esitare a contattarmi!
Lorenzo Stagno