Si sente e si legge spesso di evasione e di elusione fiscale. Questi termini vengono utilizzati, nel parlare comune, come se fossero sinonimi. In realtà, evasione ed elusione, sono due concetti diversi fra loro. In questo articolo voglio spiegarti quali sono le differenze fra queste due tipologie di comportamenti che vengono utilizzati per pagare meno tasse.

Iniziamo analizzando il fenomeno dell’evasione fiscale. Per evasione si intende il mettere in atto un comportamento illecito per non pagare le imposte e le tasse. Quindi l’aspetto fondamentale dell’evasione è proprio il fatto che il comportamento adottato è di per sé illecito. Le regole fiscali vengono quindi violate quando si parla di evasione. Per capire meglio: un negoziante evade quando non emette lo scontrino o la fattura. 

Quando invece parliamo di elusione fiscale o abuso del diritto facciamo riferimento ad un comportamento di per sé lecito ma che è in contrasto con i principi del nostro ordinamento giuridico. Questa definizione può essere difficile da utilizzare per capire nella pratica se si sia in presenza di un comportamento elusivo. È più facile capire se si è in presenza di elusione ragionando per esclusione: se non c’è evasione e il risparmio fiscale ottenuto non è legittimo allora siamo in presenza di elusione. È fondamentale capire che nel caso di elusione si utilizzano forme che giuridicamente sono lecite ma per aggirare le norme. È la finalità a non essere lecita. 

Il nostro legislatore ha stabilito in un importantissimo articolo dello Statuto dei diritti del Contribuente che è una legge risalente al 2000 che sono operazioni elusive quelle che presentano tutti i seguenti presupposti:

  1. Si realizzano dei vantaggi fiscali indebiti che sono proprio quei benefici realizzati in contrasto con i principi del nostro ordinamento fiscale
  2. Mancano dei presupposti di sostanza economica cioè l’operazione ha come effetto significativo solamente quello di creare un vantaggio fiscale
  3. Il vantaggio fiscale conseguito deve essere essenziale cioè non deve essere marginale rispetto agli altri benefici.

La cosa importante da capire è che se manca uno di questi presupposti non si è in presenza di elusione ma di un risparmio fiscale legittimo.

Quindi per capire se un comportamento è elusivo per prima cosa si deve comprendere se ci sia stata una violazione di qualche norma, perché se c’è stata si tratta di evasione. In seconda battuta ci si deve poi concentrare sul vantaggio fiscale conseguito e comprendere se questo sia lo scopo principale dell’operazione e se sia in contrasto con i principi dell’ordinamento.

Diventa quindi fondamentale capire quado un risparmio fiscale sia legittimo. È perfettamente legittimo scegliere, per realizzare un determinato risultato economico, l’opzione fiscalmente più conveniente fra quelle offerte dall’ordinamento stesso. Se è l’ordinamento e quindi la legge a prevedere diverse opzioni tra le quali una è quella fiscalmente più conveniente è sicuramente possibile optare per quella.

Come puoi facilmente vedere il confine tra elusione e risparmio fiscale legittimo è molto sottile e di difficile individuazione. L’evasione invece è ben distinguibile da questi comportamenti. 

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Lorenzo Stagno