Paolo F. Stagno - Iscrizione ODCEC-GE N°648A
Lorenzo Stagno - Iscrizione ODCEC-GE N°2158A
Benvenuto nel Blog!
Ti teniamo aggiornato con articoli esplicativi e le ultime novità fiscali. Se non trovi un'informazione che cerchi contattaci!
Cerca tra gli articoli
Cerca per argomenti
Articoli simili
Lorenzo StagnoDottore Commercialista
Giovane e professionale, rapido nel suo lavoro, si è diplomato con lode al prestigioso master in diritto tributario dell'Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano.
Superbonus: utilizzo in 10 anni e remissione in bonis
La legge di conversione del Decreto Cessione (DL 11/2023) ha portato diverse novità nel mondo del Superbonus e della cessione dei crediti. Per chi ha sostenuto spese nel corso del 2022 e non è riuscito a cedere i crediti fiscali entro la scadenza del 31 marzo 2023, sono state introdotte due opzioni davvero interessanti.
Il Decreto Cessioni (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 febbraio 2023) e la relativa legge di conversione (Legge 38/2023) hanno segnato un nuovo cambio di passo nell'ambito dei bonus fiscali. Hanno infatti bloccato la cessione del credito per tutti i lavori non ancora iniziati e previsto delle possibilità alternative per chi invece ha i lavori in corso o conclusi. In un precedente articolo ho analizzato le principali novità.
In questo articolo, invece, voglio analizzare due novità che vengono in soccorso a chi ha sostenuto spese rientranti nel Superbonus 110% nel corso del 2022 e non è riuscito a cedere i crediti entro la scadenza prevista dalla legge. E' infatti noto che per poter cedere i crediti fiscali relativi alle spese sostenute nel 2022 c'era tempo fino al 31 marzo 2023. Molti committenti, a causa delle lungaggini delle piattaforme delle banche o perchè ancora in attesa di trovare un acquirente, non sono riusciti a comunicare all'Agenzia delle Entrate l'opzione per la cessione del credito entro la scadenza di legge.
La conseguenza naturale di aver "mancato" la scadenza è l'impossibilità di cedere tutte le rate del credito maturato. Sappiamo infatti che i crediti derivanti da Superbonus sono divisi in 4 rate annuali di pari importo. Tali rate potranno essere utilizzate solo in questo modo:
- prima rata di credito--> indicata in dichiarazione dei redditi
- tre rate successive alla prima --> in dichiarazione dei redditi oppure cedibili entro il 16 marzo 2024
Il non aver ceduto i crediti entro la scadenza di legge non fa perdere il beneficio fiscale. Si potrà utilizzare il credito nella sua forma naturale: detrazione in dichiarazione dei redditi. Eventualmente si potranno poi cedere le rate residue di detrazione.
Emerge però un problema: se la rata indicata in dichiarazione dei redditi supera l'importo di Irpef che il committente deve pagare, la differenza è persa! E' un problema di capienza fiscale.
Facciamo un esempio per capire meglio: Marco ha speso 100.000 euro nel 2022 per lavori Superbonus 110%. Ha quindi diritto a un credito d'imposta pari a 110.000 euro diviso in 4 rate annuali di pari importo:
- rata 2023: 27.500 euro
- rata 2024: 27.500 euro
- rata 2025: 27.500 euro
- rata 2026: 27.500 euro
Se non fosse riuscito a vendere i crediti entro il 31 marzo 2023, dovrebbe per forza utilizzare la prima rata nella sua dichiarazione dei redditi e potrebbe poi vendere i rimanenti 82.500 euro entro il 16 marzo 2024. Se Marco ha una capienza fiscale (cioè Irpef da pagare) pari a 15.000 euro, recupera 15.000 euro ma gli altri 12.500 sono persi. Non può recuperarli in nessun modo!
La legge 38/2023 prevede due possibilità per evitare di perdere i crediti che superano la capienza fiscale del committente:
- remissione in bonis
- utilizzo della detrazione in 10 anni
Remissione in bonis
La remissione in bonis consiste in un aggiramento della scadenza: si paga una sanzione e si ottiene il diritto di cedere il credito anche dopo la scadenza del 31 marzo. Ci sono però dei requisiti da rispettare:
- l'accordo di cessione deve risultare da un documento datato precedentemente al 31 marzo 2023
- devono esistere tutti i requisiti di legge per optare per la cessione del credito
- non devono essere iniziate verifiche da parte dell'Agenzia delle Entrate
- la comunicazione di cessione del credito deve essere inviata all'Agenzia delle Entrate entro il 30 novembre 2023
- per ogni comunicazione inviata in ritardo si devono versare 250 euro contestualmente all'invio della comunicazione stessa
Nella versione originale, la remissione in bonis prevede quindi che ci fosse un contratto di cessione stipulato prima del 31 marzo 2023.
La legge di conversione del decreto cessioni ammette un'eccezione: se si cede il credito a banche e/o intermediari finanziari, il contratto di cessione può essere stipulato successivamente al 31 marzo 2023.
Ricapitolando, ci sono due possibilità di remissione in bonis per la cessione dei crediti maturati su spese sostenute nel 2022:
- se cedo a una banca: ho tempo fino al 30 novembre 2023 a prescindere dalla data di stipula del contratto di cessione del credito
- se cedo a un privato: serve il contratto di cessione con data antecedente al 31 marzo
Utilizzo della detrazione in 10 anni
Una seconda possibilità prevista dalla legge 38/2023 è quella di optare per la detrazione in 10 anni invece che in 4. E' vero che si allunga il periodo di rientro della somma spesa però in molti casi è conveniente perchè si recupera un importo ben maggiore rispetto all'utilizzo in 4 anni.
Tornando all'esempio di prima invece di detrarre 27.500 euro ogni anno per 4 anni, Marco detrae 11.000 euro all'anno per 10 anni. Marco, che ha una capienza fiscale di 15.000 euro l'anno, recupererebbe:
- utilizzando il credito in 4 anni: 60.000 euro. Quindi perderebbe 50.000 euro di credito.
- utilizzando il credito in 10 anni: 110.000 euro. Quindi recupererebbe l'intero credito.
L'opzione per l'utilizzo in 10 anni invece che in 4 deve essere comunicata nella dichiarazione dei redditi che si presenterà per nel 2024 per i redditi 2023.
Nella dichiarazione 2023 per i redditi 2022, non si può invece indicare la spesa sostenuta nel 2022 per il Superbonus. Se la si indica, si perde la possibilità di optare per la detrazione in 10 anni.
In conclusione, possiamo dire che con queste due nuove possibilità molti committenti potranno recuperare una parte dell'investimento fatto nel 2022. E' però fondamentale fare dei calcoli di convenienza per scegliere l'opzione più conveniente.
NB: queste due opzioni sono previste solo per le spese sostenute nel 2022. Per le spese sostenute nel 2023, per ora, non è previsto nulla del genere!
Se vuoi approfondire il tema o hai bisogno di una consulenza sul mondo del Superbonus non esitare a contattarmi!
Lorenzo Stagno